Huck Finn nel West di Robert Coover | Recensione di Deborah

Robert Coover (1932) è autore di romanzi e raccolte di racconti, ed è considerato uno dei padri del postmoderno americano. Ha insegnato per più di trent’anni alla Brown University, dove ha fondato l’International Writers Project, un programma rivolto a scrittori internazionali perseguitati per le loro idee e i loro scritti. Con il suo primo romanzo, The Origin of the Brunists, ha ricevuto il William Faulkner Foundation First Novel Award, e con The Public Burning (1977) è stato finalista al National Book Award. NNE pubblicherà anche il suo romanzo Huck Out West.

 

Non c’è GNENTE di giusto a questo mondo, a cominciare col nascere e dover morire. ECCO cos’è che non è giusto. Però uno non può mica farci gnente, proprio come quei poveri pellirossa. Si può solo vivere, per quel che si può, nel modo più feroce possibile e non importa gnente quando e dove si finisce.

 

Editore: NN Editore
Data di uscita: 11 marzo 2021
Pagine: 364
Prezzo: 19.00 €

Huckleberry Finn è diventato grande; ha abbandonato da tempo la vita civile vissuta da ragazzo e insieme a Tom Sawyer si è avventurato nel Far West, dove le regole non esistono. Insieme, cavalcano sulle rotte del Pony Express, mentre attorno a loro divampa la Guerra di secessione. Ma ben presto Tom capisce di non voler fuggire dalla civiltà: sposa la sua antica fidanzata Becky Thatcher e torna a Est per inseguire potere e successo. Huck rimane solo: doma cavalli selvaggi, guida carovane di fanatici religiosi, diventa amico dell’indiano Eeteh che gli racconta le storie dei Grandi Spiriti. Sotto i suoi occhi, l’America moderna nasce e si impone con la violenza e con l’inganno, pagando il progresso con il sangue dei nativi e dei neri, non più schiavi ma non ancora liberi. Robert Coover si confronta con una figura chiave della letteratura mondiale: Huck è disincantato ma ancora innocente, affronta la vita senza pregiudizi e senza filtri. Al contrario di Tom, che conosce il potere e ne ha imparato ogni astuzia, vede la verità oltre le parole e porta alla luce le profonde contraddizioni del sogno americano.

 

La primavera è appena iniziata, l’aria è ricca di novità, colori e profumi; in questo periodo di fermento mi sto rifugiando in romanzi che appartengono al mio genere letterario preferito, sono molto contenta di non aver abbandonato ultimamente la mia comfort zone perché ho scoperto una piccola grande perla da poco approdata nelle nostre librerie: Huck Finn nel West di Robert Coover.

Qualche anno fa mi sono innamorata della letteratura americana grazie ad Harper Lee, Kent Haruf e Fannie Flagg, questi autori e gli altri ai quali mi sono avvicinata nel tempo narrano l’America in diversi modi ma in tutti ho la sensazione di trovare un’America autentica, reale e imperfetta. Amo alla follia le emozioni, le sensazioni e le immagini che trovo in questi romanzi, amo l’America cruda, violenta, agreste, selvaggia e di provincia sia fossilizzata nel passato sia in continuo mutamento nel presente. Come potevo resistere ad Huckleberry Finn e al Far West? Impossibile, davvero impossibile!

 

Nei tramonti c’è una luce triste e cremosa che ammorbidisce i bordi e fonde assieme pensieri e cose, un po’ come fanno i ricordi quando si scatenano da soli.

 

La scoperta di Robert Coover è stata a dir poco eccezionale, mi ha affasciato tantissimo questo autore e come ha dato vita a un adulto Huckleberry Finn. Huck Finn nel West è un romanzo particolarissimo, scritto proprio come lo avrebbe scritto il protagonista, un giovane “mascalzone” ignorante. Questa scelta dell’autore per me è stata davvero stupenda, resa anche in modo impeccabile nella traduzione italiana di Riccardo Duranti; ci troviamo davanti a un libro sgrammaticato, privo di congiuntivi, una composizione di frasi scorrette, l’imperfezione rende il romanzo di Robert Coover un’autentica meraviglia. Ho trovato tutte le espressioni rozze, sconclusionate e un po’ arrabattate il vero punto di forza che ha fatto in modo di rendere al meglio il personaggio di Huckleberry Finn, infatti ho avuto la forte sensazione di essere anche io lì nel West, tra polvere, cavalli, diligenze, briganti e cercatori d’oro. Correre al galoppo sul dorso di Tongo e ammirare quei paesaggi selvaggi e spietati è stato fantastico, Robert Coover trasmette e ci immerge in un’ambientazione antica dove la natura è ancora la padrona incontestata di tutto.  Le ambientazioni sono un elemento chiave in Huck Finn nel West, impreziosiscono il romanzo facendo arrivare a noi lettori cartoline mozzafiato direttamente dagli anni della guerra di secessione.

Lo stile di Robert Coover è fluido e appassionante nonostante per scelta dell’autore la prosa sia ingarbugliata; a questo proposito sarei veramente curiosa di leggere un altro lavoro scritto in modo più convenzionale.

 

 

Huckleberry Finn è diventato un uomo, insieme all’amico Tom Sawyer sono pronti per intraprendere una nuova grande avventura: sbarcare nel Far West. I due diventano Pony Express e cavalcano incessantemente sulle rotte polverose da un luogo dimenticato da Dio e dalle legge all’altro, vivendo alla giornata. Ben presto però Tom Sawyer capisce che una vita imprevedibile e senza certezze non fa per lui, sposa una donna e torna a Est per inseguire la fama e il potere, abbandonando l’amico. Huck rimane da solo, inizia a guadagnarsi da vivere domando cavalli selvaggi, guidando carovane di fanatici religiosi e gli eserciti di entrambe le fazioni, trasferendo mandrie fino nel Montana. La vita di Huck è imprevedibile, cavalca sul dorso irascibile del pericolo sempre a un passo dalla morte perché è così che va nel Far West, si rischia di essere “appiccati” senza una ragione, o forse la ragione è per il divertimento degli altri bifolchi. Proprio “appiccato” è una della parole più utilizzate, la parola che più mi è rimasta impresso di questo romanzo, racchiude tutte la violenza e la crudeltà di quella terra.
Nel Far West era estremamente facile mettersi nei guai, in grossi guai, guai che conducevano sulla forca e il nostro Huck Finn è un vero specialista in questa materia, infatti dopo aver accettato di domare cavalli per l’esercito dal quale poi fugge viene ricercato dal Generale Culo Tosto. Scappando Huck stringe una forte amicizia con l’indiano Eeteh, entra a far parte della sua tribù e riesce a domare Tongo, si integra con la vita degli indigeni al quale si affeziona sinceramente. Huck Finn è diverso da tutti gli altri bianchi, nonostante non sia mai andato a scuola sa che la pace è la via giusta, non genocidi e stupide guerre, Huck ha qualcosa in più, quel qualcosa che le persone assetate di potere non potranno mai avere, neanche Tom Sawyer.

Huck Finn ci porta al suo fianco in una miriade di avventure emozionanti, in una terra polverosa e senza legge lontana nel tempo; Robert Coover regala a noi lettori questa piccola grande perla con la quale sembrerà davvero di tornare nel passato, respirare la polvere alzata dagli zoccoli dei cavalli e dalle diligenze, rischiare a ogni passo di venire “appiccati”.

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di NN Editore per la copia omaggio

 

 

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